Facebook ancora sotto accusa sul fronte della violazione della privacy: secondo quando scrive il New York Times, nel tempo il colosso dei social network guidato da Mark Zuckerberk avrebbe stipulato accordi con almeno 60 produttori di smartphone, tablet e altri dispositivi mobili, permettendo loro di accedere ai dati personali di migliaia di utenti e dei loro ‘amici’ senza esplicito consenso.
Tra i gruppi con cui il colosso di Mark Zuckerberg negli ultimi dieci anni avrebbe siglato intese ci sarebbero Apple, Amazon, BlackBerry, Microsoft e Samsung. Di recente ha destato scalpore e preoccupazione la vicenda di Cambridge Analytica, una una compagnia di consulenza politica con sede a Londra, che è stata capace di raccogliere milioni di dati personali dagli utenti del social network più utilizzato al mondo e di venderli ai propri clienti, con l’intento di aiutarlinelle loro campagne politiche.
In particolare Cambridge Analytica si è mossa per aiutare i propri clienti a identificare i comportamenti degli elettori, in modo che questi potessero influire sul comportamento di voto. In poche parole, attraverso questo meccanismo è stato possibile ricavare profili psicologici molto precisi degli iscritti a Facebook, e poi fornire a ciascuno di loro un contenuto costruito su misura. Una strategia che sarebbe stata usata per la campagna elettorale del presidente degli Usa Donald Trump, per il referendum sulla Brexit e in altre circostanze.
Subito dopo lo scandalo, che riguardava l’utilizzo di dati di circa 50 milioni di iscritti a facebook, ma probabilmente molti di più, Zuckerberg è stato costretto a riferire al parlamento Usa e all’Europarlamento, ed è stato convocato anche a Londra.
Nei suoi interventi, oltre a chiedere scusa per il gravissimo colpo inferto alla privacy degli utenti di Facebook, Zuckerberg ha annunciato una serie di misure di immediato impatto per ridurre la falle del sistema e ha anche sottolineato la necessità di altri interventi che richiederanno tempi più lunghi. Adesso, se la notizia degli accordi con i big della produzione di smartphone e tablet fosse confermata, per Zuckerberg sarebbero guai grossi.
Fonte: Italia Oggi – 4 giugno 2018