Accedere all’app della propria telecamera di sicurezza sullo smartphone e ritrovarsi, tutto d’un tratto, ad osservare le immagini di un’abitazione che non è la propria, abitata da ignari sconosciuti immersi nelle proprie occupazioni quotidiane. È quanto accaduto nel Regno Unito a Louisa Lewis, una dipendente della BBC che nei giorni scorsi ha reso nota la faccenda attraverso la propria testata giornalistica.
Secondo quanto raccontato alla BBC, la signora Lewis aveva installato un kit di videosorveglianza Swann Security lo scorso dicembre, in seguito al furto con scasso di cui era stato vittima uno dei suoi vicini di casa. Fino alla fine della scorsa settimana tutto era filato liscio, e la signora aveva ricevuto solo i filmati provenienti dalla propria telecamera di sicurezza.
Sabato, tuttavia, sono iniziate le anomalie: dopo aver messo in carica la telecamera, la cui batteria si era scaricata, l’app installata sullo smartphone della signora ha iniziato a ricevere ripetutamente spezzoni di video provenienti dalla cucina di una famiglia sconosciuta, innescati da un sensore di movimento posto accanto al lavello.
I filmati, automaticamente scaricati sullo smartphone, mostravano un uomo e una donna passare vicino alla telecamera, ed era possibile udire anche la voce di un bambino in sottofondo. Dato che le notifiche non accennavano a cessare, la signora Lewis ha contattato la Swann Security, il cui servizio clienti ha risposto di attendere fino a lunedì, poiché non era possibile fare nulla in proposito durante il weekend: la ricezione di video è quindi proseguita per tutto il fine settimana.
Contattata dalla BBC, una portavoce della Swann Security – che fa parte dello statunitense Infinova Group, specializzato in sistemi di sicurezza con sedi in tutto il mondo – ha spiegato che si è trattato di un episodio isolato, un difetto di fabbrica legato a un errore umano: sarebbero state prodotte due telecamere con lo stesso codice di sicurezza, che serve ad assicurare inequivocabilmente che tutte le comunicazioni di un dato dispositivo raggiungano il legittimo proprietario e nessun altro.
L’incidente sarebbe avvenuto in seguito alla connessione, da parte della famiglia di sconosciuti, della camera “doppione” alla propria rete, nonostante il sistema mostrasse un avviso di sicurezza per comunicare che la telecamera era già accoppiata ad un altro account. “Non è stato possibile identificare o contattare la famiglia coinvolta, ma possiamo confermare che non ci sono state ulteriore fughe di dati nei confronti di terze parti”, ha chiarito la portavoce.
Una spiegazione plausibile – a cui sono seguite le scuse dell’azienda, che ha affermato di aver già provveduto a cambiamenti interni per quanto concerne la tempestività del servizio clienti, oltre che a notificare l’accaduto al comitato di controllo inglese per la privacy – se non fosse che la BBC ha scoperto un episodio analogo avvenuto il mese scorso.
A maggio, infatti, Tim Lane, un altro possessore del medesimo security kit della Swann, aveva ricevuto le immagini provenienti dal sistema di telecamere a circuito chiuso di un pub e aveva postato degli screenshot su Twitter nel tentativo di risalire al proprietario per avvisarlo dell’accaduto. Una delle telecamere era puntata sul bancone del maitre, dove erano accatastati i menù con il logo a forma di cervo grazie a cui Lane è risalito al nome del locale.
Fonte: BBC