Il gesto di vittoria nelle foto? un rischio per la vostra privacy

Avete presente il classico gesto di vittoria, quello in cui le due dita di una mano sono posizionate in modo tale da formare la lettera “v”? Bene, sappiate che se vi fate immortalare così da una fotocamera di ultima generazione la vostra privacy è a rischio.

L’allarme viene dalla Cina dove, come ha raccontato il sito whatsonweibo.com, in occasione della settimana dell’ultima Cyber Security Week 2019 di Shanghai gli esperti hanno spiegato ai presenti tutti i rischi connessi a questo gesto apparentemente innocuo.

Le macchine fotografiche sono ormai migliorate così tanto da poter immortalare ogni dettaglio delle immagini catturate. Anche i più nascosti, come le impronte digitali.

Gli specialisti di cyber security sono stati chiari: le foto in cui gli utenti mostrano il segno di vittoria in direzione dell’obiettivo possono essere un facile bersaglio degli hacker. I malintenzionati, infatti, sono in grado di raccogliere dati personali partendo dalle raffigurazioni delle impronte digitali delle ignare vittime.

Sui social network gli utenti, che non sono a conoscenza dei rischi che corrono, condividono carrellate di immagini in cui sono ritratti con le dita a “v”.

Questo, avvisano gli esperti, è molto pericoloso per la privacy delle persone, soprattutto in due circostanze specifiche: quando nelle foto il palmo della mano è rivolto verso l’obiettivo e nel caso in cui la distanza tra le dita e la fotocamera sia inferiore a 1,5 metri.

Gli hacker più esperti sono in grado di ottenere preziosi dati personali utilizzando strumenti professionali di ingrandimento fotografico uniti ad altre sofisticate tecniche legate all’intelligenza artificiale. I criminali, a partire da una semplice immagine, possono ricostruire modelli di impronte digitali e abusarne in vari modi.

Sono dunque a rischio tutti i sistemi che si affidano alle impronte digitali per confermare l’identità dei proprietari, tra cui le serrature biometriche, smartphone e altri device e modalità di pagamento di ultima generazione.
La soluzione? Ridurre al minimo la condivisione di foto raffiguranti le proprie impronte digitali.

Fonte: Il Giornale