La filiale irlandese della piattaforma di messaggistica WhatsApp, istituita dalla proprietaria Facebook nel 2017 per operare come titolare del trattamento per gli utenti europei, ha accantonato 77,5 milioni di euro per far fronte ad eventuali sanzioni che potrebbero arrivare a seguito di un’indagine condotta dall’autorità di controllo nazionale per la protezione dei dati.
Benché l’esatta entità della potenziale multa sia ancora ignota, come afferma la stessa società, “tali accantonamenti si basano sulla consulenza di professionisti legali esterni sulla base della valutazione della corrispondenza ricevuta dall’autorità nel 2019 e nel 2020 e su vari fattori rilevanti, che ai sensi della legislazione pertinente potrebbero influire sugli importi finali delle sanzioni”, che secondo la normativa applicabile del Gdpr potrebbero essere compresi trai 35 milioni ed i 105 milioni di euro. La società non esclude comunque fin d’ora ricorsi o contestazioni delle eventuali sanzioni che potrebbero esserle irrogate.
L’indagine della Data Protection Commission irlandese riguardava la conformità di WhatsApp agli articoli da 12 a 14 del Regolamento UE 2016/679 in relazione alla trasparenza sulle informazioni condivise con Facebook, che ha acquisito la piattaforma di messaggistica nel 2014 in un affare da 19 miliardi di dollari.
Come riporta The Irish Times in un articolo del giornalista Charlie Taylor, “a seguito degli accantonamenti appena registrati, le spese amministrative per WhatsApp Ireland sono aumentate di 86,2 milioni di euro rispetto ai 18 mesi precedenti, generando una perdita di 11,2 milioni di euro nel bilancio dello scorso anno”, che è stato depositato presso l’Ireland’s Companies Registration Office alla fine di ottobre.
All’inizio di quest’anno l’autorità di controllo aveva presentato la sua decisione preliminare a WhatsApp Ireland, ma non è noto quando verrà adottata una decisione finale.