Le frodi creditizie perpetrate mediante furto di identità continuano a crescere. Nel 2017 i casi rilevati sono stati più di 26.600 per un importo medio pari a oltre 5.700 euro e una perdita economica complessivamente pari a circa 153 milioni di euro.
Due le tipologie classiche: identità rubate per ottenere prestiti finalizzati all’acquisto di beni di consumo (il 34,6% dei casi ha avuto come oggetto l’acquisto di elettrodomestici ma quote rilevanti hanno riguardato anche il comparto auto-moto, 9,4% del totale, e le spese per la casa, 9,9%, l’arredamento, 6,6% ed elettronica–informatica–telefonia, 4,6%); frodi perpetrate sulle carte di credito, che arrivano a spiegare il 27,7% dei casi totali a fronte di una crescita che nel 2017 è stata pari addirittura al +49% rispetto all’anno precedente.
Le rilevazioni sono contenute nella 26ª edizione dell’Osservatorio Crif-Mister Credit sui furti di identità e le frodi creditizie. La distribuzione delle frodi per sesso evidenzia che la maggioranza delle vittime (il 57,8% del totale, per la precisione) sono ancora una volta uomini ma rispetto all’anno precedente si registra un cospicuo aumento delle vittime di sesso femminile (+18,1%).
Se la classe in cui si concentra il maggior numero di casi rimane quella compresa tra i 41 e i 50 anni (con il 25% del totale), quella nella quale si rileva il maggior incremento rispetto alla precedente rilevazione è quella dei 18-30enni (+9,3%), che dimostrano di essere particolarmente esposti forse anche a causa della scarsa consapevolezza e di una eccessiva disinvoltura nell’utilizzo dei canali digitali con la relativa disseminazione di informazioni personali sovente utilizzate dai criminali per ricostruire identità false per portare a compimento le frodi. In crescita anche il peso degli over 60 anni, che vedono un incremento del 7,1%.
La ripartizione percentuale delle frodi per regione di residenza dichiarata al momento della richiesta del finanziamento vede al primo posto del ranking la Sicilia, con il 16% del totale, seguita a ruota dalla Campania, con il 15,9%, e più distanziate Lombardia, Puglia e Lazio. Nella sostanza si tratta delle stesse regioni che occupavano i primi posti di questa classifica anche nell’anno precedente ma con la novità della Sicilia che sorpassa la Campania in virtù di una significativa crescita dei casi rilevati.
Nel 57% dei casi la frode creditizia viene scoperta entro 6 mesi ma, più in generale, entro i 12 mesi il tasso di scoperta è pari a quasi al 70%. Si osservano però casi per i quali i tempi di scoperta avvengono anche dopo tre, quattro o addirittura cinque anni (circa il 18% del totale). La maggior parte dei casi scoperti entro i 6 mesi corrispondono a uno small ticket, mentre i casi di frode con importi superiori ai 10 mila euro in genere necessitano tempi più lunghi, tanto che il 19% dei casi viene scoperto dopo oltre 5 anni.
Fonte: Italia Oggi del 3 agosto 2018